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14/07/2019

Consumo terapeutico di cannabis: cosa dice uno studio del National Academies of Sciences

Consumo terapeutico di cannabis: cosa dice uno studio del National Academies of Sciences

Naturalia non sunt turpia è un motto latino che grossomodo può essere tradotto con: nessuna delle cose appartenenti alla natura può offendere in alcun modo. E non può esserci incipit migliore per parlare di un argomento che riguarda il consumo della cannabis.

L’uso della canapa e degli effetti benefici della marijuana erano risaputi già nel mondo antico e, per citare una fonte conosciuta, a Bologna, nella parte finale dei portici che si affacciano sulla piazza del Nettuno, in una delle volte compare un’iscrizione del 1400. Lì c’è scritto: “Canabis Protectio”.

Ma il consumo di cannabis, pur dividendo tra pro e contro, etica e società, su una cosa certamente unisce: il suo uso terapeutico.

Un recente studio de La National Academies of Sciences ha messo in luce una serie di fattori riguardanti gli effetti causati dall’assimilazione della cannabis per scopi medici o ricreativi. Prima di approfondire, però, potrebbe essere necessario un breve passo indietro e partire dai fondamentali.

Cos’è la cannabis e come agisce

I due principali composti, o "cannabinoidi", contenuti nella Cannabis sono: il THC – o tetraidrocannabinolo - e il CBD – o cannabidiolo. Gli effetti del THC variano a seconda della sua concentrazione, ed è il principale composto psicoattivo contenuto nelle piante di cannabis, quello responsabile della sensazione di euforia, appesantimento o, talvolta, fame (chimica). Il CBD, contrariamente al precedente composto, non è invece uno psicoattivo, è considerato sicuro e, soprattutto, sta diventando legale in tutto il mondo. Ha effetti rilassanti e distensivi.

Come viene assunta la Cannabis a uso terapeutico

Probabilmente già saprete bene che il nome del processo chimico che permette ai cannabinoidi di rilasciare i loro benefici è decarbossilazione. No, non dovevate saperlo davvero. Quello di cui sicuramente siete a conoscenza è che sono necessarie le alte temperature perché il principio attivo faccia il suo effetto. Il che spiega anche perché i modi più usuali con cui viene consumata la marijuana sono il fumo, la vaporizzazione e l’infusione.

Su quali malattie ha effetto la Cannabis a uso terapeutico

Ora arriviamo ai risultati. La ricerca ha messo in luce le qualità della cannabis, spingendo anche verso un particolare utilizzo terapeutico.

Più precisamente, gli studi hanno dimostrato che i cannabinoidi sono particolarmente efficaci nel trattamento di condizioni come la schizofrenia, il disturbo d'ansia sociale e la depressione; ottenendo ottimi risultati nel contrastare molti altri sintomi psicotici. Questo grazie alle loro proprietà curative: anticonvulsivanti, antidistoniche, antiossidanti e antinfiammatorie.

Non si hanno invece conferme o smentite che testimonino l’utilità del consumo di cannabinoidi nella cura di patologie, come l’epilessia, il glaucoma, la sclerosi laterale amiotrofica, la sindrome del colon irritabile e il morbo di Parkinson.

Dati sull’insonnia e altri limiti diagnostici legati al consumo della cannabis

Benché gli effetti della cannabis siano analgesici e rilassanti, lo studio non ha ottenuto significative prove che in ambito medico serva a ottenere migliorie sui disturbi del sonno. È invece emerso, attraverso una lunga sperimentazione sul campo, che aiuti a migliorare l’appetito e la perdita di peso delle persone malate di Aids e i sintomi di chi è affetto dalla sindrome di Tourette.

Differenze normative nella coltivazione della canapa tra la Svizzera e l’Italia

Come dicevamo inizialmente, la liberalizzazione della cannabis light, cioè contenente un irrisorio quantitativo di THC, è ormai sempre più diffusa. Esistono però moltissime distinzioni all’interno delle varie legislazioni.

Focalizzandoci sulle distinzioni tra Svizzera e Italia, la prima che più di tutte risalta è che, se nello Stivale le sementi devono essere standardizzate al catalogo europeo, invece oltralpe la normativa pone delle restrizioni basate sulla tipologia di luce impiegata per la coltivazione delle piante di Cannabis:

  • se viene utilizzata la luce solare, l’attività si può ritenere agricola e si possono usare solo ed esclusivamente varietà del catalogo europeo;
  • se viene utilizzata la luce artificiale, non esiste alcun limite alle varietà che è possibile utilizzare. L’unico vincolo è che rimangano sempre sotto l’1% di THC.

Perché, quindi, questo breviario sul consumo terapeutico? Forse il racconto di questo studio che fa un po’ il punto degli ultimi vent’anni di ricerca, potrebbe bastare a rispondere, ma c’è un altro motivo.

Chi ha la vitalità di affrontare con l’entusiasmo più produttivo la sua vita, sicuramente ha bisogno di conoscere tutto ciò che appartiene al suo quotidiano. E un consumo consapevole è sempre il miglior modo per affrontare ogni cosa.

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